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sua famiglia si cerca di dare un supporto e un riferimento costante, attraverso un operatore
di riferimento che possa seguirli in tutto il percorso del ricovero.
Attualmente, si sta valutando l’opportunità di adottare un “Protocollo di accoglimen-
to psicologico” bambino-familiare, allo scopo di rendere il meno traumatica possibile
l’esperienza del ricovero in TIP; inoltre il reparto sta sperimentando, laddove richiesta, la
possibilità per genitori di assistere ad eventuali “manovre di rianimazione” del bambino.
Nei casi più complessi ed emotivamente più colpiti, al bambino, ai genitori e agli stessi
operatori è importante garantire un aiuto psicologico continuativo ed efficace.
L’approccio assistenziale condotto secondo lo stile del modello “integrato” rappresenta
un contributo concreto al miglioramento della qualità e all’umanizzazione dell’assistenza
anche in situazioni dall’esito drammatico perché si sforza di considerare le esigenze di
tutti: del bambino, dei suoi familiari e degli operatori.
2.3 Specificità professionale degli strumenti e del trattamento
L’intervento psicologico in Neonatologia e Terapia Intensiva Pediatrica si caratterizza
per la complessità che esprime e per la peculiarità del contesto, che rendono obbligatorio
l’agire indiretto, attraverso i familiari e gli operatori, trattandosi di pazienti spesso neonati
o incapaci di un’interazione diretta (stato di incoscienza, etc).
Sul piano operativo, l’intervento psicologico si concretizza in:
• Interventi di couselling e supervisione agli operatori sanitari (medici, infermieri,
puericultrici, ostetriche, etc), sia su casi specifici, sia su temi particolari (es. accani-
mento terapeutico, bioetica, accompagnamento nelle fasi terminali, comunicazione
coi genitori, etc.);
• Programmi di formazione psicologica rivolti agli operatori;
• Lavoro di gruppo con gli operatori;
• Interventi di counselling e sostegno psicologico ai genitori;
• Psicoterapie, colloqui clinici di valutazione psicologica e/o di sostegno, gestione di
“cattive notizie”, supporto al processo di elaborazione del lutto, etc.;
• Laddove possibile, sostegno psicologico al bambino (in relazione all’età e alla pa-
tologia specifica);
• Follow-up psicologico e della relazione genitori-bambino-famiglia, anche post-di-
missione;
• Utilizzo di strumenti psicodiagnostici standardizzati a supporto di attività di dia-
gnosi clinica e/o di ricerca.
2.4 Documentazione
Si è fatto riferimento ai protocolli:
Protocollo di collaborazione tra il Servizio di Psicologia Clinica e la Divisione di Pedia-
tria, Servizio di Patologia Neonatale e Terapia Intensiva Pediatrica dell’Azienda Ospeda-
liera di Verona (Veneto), O.C.M.;
Intervento psicologico in Terapia Intensiva Pediatrica e Patologia Neonatale presso Cli-
nica Mangiagalli di Milano (Lombardia); l’Ospedale S.Giovanni Calibita, Fondazione
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