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verso il colloquio clinico e l’osservazione, sugli aspetti sotto elencati per poter valutare la
          presenza di funzioni psichiche disturbate e/o di vere e proprie psicopatologie, per indivi-
          duare inoltre, il rapporto tra l’evento traumatico ed i disturbi osservati:
          −  una accurata indagine anamnestico-situazionale, con particolare riguardo alla tipolo-
              gia ed alla forza della carica stressante/traumatica, contenuta nell’evento di maltratta-
              mento;
          −  una approfondita valutazione quali/quantitativa delle eventuali variazioni psichiche
              intervenute tra l’epoca precedente e l’epoca successiva all’evento;
          −  la definizione diagnostica appropriata degli eventuali disturbi psico-patologici;
          −  l’analisi di ogni possibile elemento di connessione causale/concausale tra l’evento ed
              i disturbi psichici e psico-somatici riscontrati;
          −  l’analisi del profilo di sensibilità personale all’evento, anche in relazione alla storia
              personale precedente; l’analisi differenziale tra modalità comportamentali/relazionali
              successive all’evento da considerarsi come effetto di questo, e modalità precedenti;
          −  la valutazione del danno conseguente all’evento, in relazione ai vari piani di vita:
              lavorativo/professionale; relazionale, affettivo, di immagine.
          Preme raccomandare che non si dovrebbe trascurare il fatto che la violenza può lasciare
          un segno che determina in modo negativo il resto dell’esistenza. Spesso ciò si traduce
          nell’impossibilità di avere o di realizzare dei “sogni” che invece si sarebbero potuti avere
          e forse si sarebbero potuti realizzare se l’esistenza di quella persona non fosse stata “se-
          gnata”.
          Nella valutazione del danno psichico, oltre alla “menomazione” subita occorrerebbe va-
          lutare e considerare anche quello che possiamo definire la lesione del diritto alla felicità
          che il soggetto subisce.
          Esistono altre due variabili che intervengono nel determinare l’insorgenza e la gravità di
          disturbi psicologici in seguito alla violenza: la personalità del soggetto ed il sostegno dei
          familiari. La capacità di elaborare le esperienze e gli eventuali traumi è chiaramente cor-
          relata al tipo di struttura di personalità che il soggetto possiede e all’eventuale sostegno
          che riceve dall’esterno. L’azione di queste due variabili può ridurre o amplificare l’effetto
          delle conseguenze determinandone in ultima analisi una ulteriore riduzione o amplifica-
          zione.

          3.2.2 Strumenti e modalità per il trattamento
          1)  Sostegno Psicologico: lo scopo è il superamento del momento di crisi attraverso la ri-
          definizione e l’ampliamento delle risorse necessarie per raggiungere specifici obiettivi. Si
          lavora insieme per un riorientamento della vita della donna nella direzione di una sempre
          maggiore consapevolezza delle proprie emozioni.
          Criteri di inclusione:
          Presenza di sintomi lievi
          Scarso livello di consapevolezza
          Difficoltà nel contatto con le proprie emozioni
          Obiettivi:
          Allontanamento dal partner violento
          L’alleggerimento del carico di lavoro e l’emersione dei propri bisogni
          Il rafforzamento o la costruzione di una rete parentale e amicale

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